Immatricolazione: 1998 (Anni 90)
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Cilindrata: 900 cc
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Motore: 4 tempi
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Potenza: 112 CV
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Cambio: 6 marce
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Proprietà: Enrico
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Nata per correre

La Ducati 916 è una motocicletta stradale-sportiva prodotta dalla Ducati dal 1994 al 1998.

Il progetto è stato sviluppato sotto la direzione di Massimo Tamburini, direttore del Centro Ricerche Cagiva, e la 916 venne presentata al Salone di Milano nell’ottobre del 1993 dove riscosse un immediato successo tanto da aggiudicarsi per l’anno seguente tutti i premi di Moto dell’Anno.

Inizialmente disponibile in due versioni, 916 Strada e 916 SP, la 916 venne progettata con lo scopo di ottimizzare e migliorare il potenziale agonistico delle precedenti Ducati 851/888, così da perpetuare le già numerose vittorie dell’azienda bolognese nel campionato mondiale Superbike.

Ogni particolare venne perciò realizzato per ottenere il massimo rendimento nell’uso in pista, a partire da una posizione in sella molto scomoda per il pilota per un utilizzo su strada ma ottimale nella guida tra i cordoli, fino all’inusuale forcellone monobraccio che semplificava la sostituzione della ruota posteriore; a questi si aggiunsero una veste aerodinamica più efficiente grazie all’assenza di scarichi laterali, nonché una sensibile riduzione delle masse che fornì migliori prestazioni rispetto alla precedente 888.

Dal punto di vista stilistico la 916 riuscì a coniugare elementi tipici della tradizione Ducati, quali il telaio a traliccio di tubi, a un design inedito e moderno con soluzioni particolari come il doppio scarico sotto la sella o i faretti a goccia.

Per quanto riguarda la parte motoristica, il propulsore era un’evoluzione del bicilindrico Desmoquattro raffreddato ad acqua già montato sui modelli precedenti e opportunamente modificato. La cilindrata venne aumentata fino a 916 cm³, furono montate le bielle Pankl, la distribuzione rimase ovviamente desmodromica con trasmissione a cinghia dentata con 4 valvole per cilindro, e la frizione a secco con 15 dischi. Con un singolo iniettore per cilindro e valvole di aspirazione da 33 mm e di scarico da 29 mm, la 916 Strada erogava una potenza di 114 CV a 9000 giri/min, e copriva i 400 m in 10,7 secondi nonostante una massa di 198 kg piuttosto elevata. Tuttavia quest’ultimo aspetto, unito alla rigidezza del telaio e alla qualità delle sospensioni, conferì alla moto una eccellente stabilità e precisione soprattutto nelle curve molto veloci, dote molto importante per una moto nata espressamente per la pista.

La Ducati 916 SP (sport production) si distingueva dalla versione base per un motore più potente grazie a parti prese direttamente dalla versione che correva nel campionato mondiale Superbike. A questo si aggiunsero alcuni particolari in fibra di carbonio come i terminali di scarico, migliori finiture e il codino bianco, doppio iniettore per cilindro, bielle in titanio.

La ciclistica della 916 venne progettata ex novo; il telaio era un classico traliccio di tubi in acciaio da 28 mm di diametro, era equipaggiata con una forcella Showa da 43 mm completamente regolabile e presentava anche la possibilità di regolare l’inclinazione dell’angolo di sterzo tra i 23,5° e i 24,5°, così da poter meglio adattare il comportamento dinamico della motocicletta alle esigenze del pilota e del circuito. Il tutto era unito da piastre di notevoli dimensioni e da un canotto di sterzo molto massiccio che conferivano notevole rigidezza alla struttura. Al posteriore montava un monoammortizzatore Showa, anch’esso regolabile nell’idraulica; gli pneumatici erano da 17 pollici con misure 190/50 al posteriore e 120/70 all’anteriore. Il reparto freni era affidato e due dischi Brembo flottanti con piste in ghisa da 320 mm di diametro e da un disco da 220 mm al retrotreno.

La 916 Campione del Mondo

La 916 esordì nel mondiale Superbike nel 1994 con una versione maggiorata nella cilindrata (955 cm³) per poter essere immediatamente competitiva con le quattro cilindri giapponesi da 750 cm³. Nonostante alcuni problemi di messa a punto Carl Fogarty vinse il campionato. Nel 1995, risolti i problemi di affidabilità, la 916 si aggiudicò nuovamente il mondiale.

Nel 1996 fu ulteriormente aumentata la cilindrata fino a 996 cm³; la 916 Racing era ormai tanto competitiva e veloce da poter confrontare i tempi sul giro di Troy Corser con quelli registrati dalle 500 GP a due tempi, nonostante queste avessero CV in più e 30 kg in meno rispetto alla moto del neo Campione del Mondo Superbike 1996.

Il 1997 fu l’anno peggiore per la 916. Nonostante un motore nuovo e più affidabile la moto era afflitta da problemi di guidabilità e di erogazione, tanto che Ducati perse il campionato costruttori. Nell’anno seguente il superamento dei problemi portò il terzo titolo a Fogarty, il quale si confermò nel 1999 in sella alla nuova 996.