La moto alla moda
Le Ducati Scrambler formano una gamma di motocicli prodotti dalla casa di Borgo Panigale in due serie successive, nelle cilindrate 125, 250, 350 e 450, dal 1962 al 1976.
La 1ª Serie delle Scrambler rappresentavano la versione entro-fuoristrada della gamma “Diana” e, successivamente, della gamma “Mark 3”, mantenendone pressoché invariate le caratteristiche delle motorizzazioni, ma con ciclistica e sovrastrutture adatte al fuoristrada leggero.
Il nuovo modello Ducati Scrambler OHC 250, ottimisticamente accreditato di 30 hp e destinato esclusivamente al mercato USA, fu quindi messo in vendita alla cifra di 669 $ – circa 20 $ in meno della versione “Diana” da cui derivava – ottenendo un discreto successo di vendita.
L’anno seguente il modello inizia ad essere distribuito anche in Italia, è accolto tiepidamente e dal 1967 viene offerto anche nella versione “350” per cercare controvertire la flessione delle vendite USA, in attesa del nuovo modello i cui prototipi sono già in avanzata fase di sperimentazione.
La progettazione della 2ª Serie inizia nel 1966 e i prototipi realizzati all’inizio del 1967 vengono lungamente collaudati su ogni tipo di terreno da Bruno Spaggiari, cui è affidato il compito di scovare i punti deboli del veicolo, soprattutto allo scopo di sperimentare la resistenza dei nuovi motori a carter larghi.
Per la produzione di serie, iniziata nella tarda primavera del 1968, il modello è caratterizzato da un aspetto di grande eleganza formale, ideata da Leopoldo Tartarini, e da alcune componenti di buon livello tecnico, come la forcella telescopica Marzocchi e i cerchi Borrani. Particolare attenzione fu posta nelle finiture, con vernici dai toni accesi, accoppiate a specchiature cromate sul serbatoio, di notevole effetto estetico.
Nonostante le buone credenziali, il ritardo nella presentazione della 2ª Serie è fatale alla Ducati che ora deve confrontarsi con modelli scrambler di produzione giapponese, appositamente pensati per il mercato statunitense e dotati di potenti motori a due tempi frazionati, come la Kawasaki 350 A/SS.
In Europa, invece, la gamma viene posta in vendita all’inizio del 1969 e la nuova “Scrambler” ottiene un successo notevole, tale da metterne in crisi la produzione della casa bolognese, che viene parzialmente affidata alla controllata spagnola Mototrans. Gli sforzi della Ducati, infatti, erano ormai concentrati sul nuovo modello bicilindrico.
Continuamente sottoposta ad aggiornamenti estetici e meccanici, non sempre riusciti, la gamma “Scrambler” mantiene un sostenuto quantitativo di ordinativi fino al 1972, quando inizia il declino che l’ultimo aggiornamento del 1973 non riesce invertire, accompagnando il modello all’uscita di produzione nei primi mesi del 1975. Per essere precisi, la produzione della “450” terminò effettivamente nel 1976, quando vennero assemblati gli ultimi 40 esemplari, utilizzando il surplus di ricambi del magazzino.
Al lavoro sulla carburazione e le candele (estate 2020)
Le foto del venditore e l’arrivo ad Amelia insieme al Saturno e alle Motobi (luglio 2020)






I dati produttivi della “Scrambler” sono andati in gran parte perduti ed è molto difficile ricostruire l’andamento cronologico e quantitativo di modelli e versioni.
Non si conosce l’entità anche approssimativa della 1ª Serie, mentre per la 2ª Serie viene stimata una produzione di circa 50 000 esemplari.
Senza una precisa discriminante di versione, parte degli esemplari “450” vennero dotati di motore a distribuzione desmodromica.
Cronologia dei modelli
1ª Serie
Scrambler OHC 250 (1962-1963)
Scrambler 250 (1964-1968)
Scrambler 350 (1967-1968)
2ª Serie
Scrambler 125 (1970-1971)
Scrambler 250 (1968-1975)
Scrambler 350 (1968-1975)
Scrambler 450 (1969-1976)
Desmo R/T 450 (1970-1971)



