Una Benelli extra-ordinaria
Nel 1958 la Benelli presenta una 175 con motore a quattro tempi, che viene realizzata in varie versioni e resta in produzione sino a tutto il 1967, anche se il successo commerciale è ben diverso da quello della moto con la stessa cilindrata degli anni Venti e Trenta.
La 175 è stata una delle cilindrate che più ha contribuito all’affermazione tecnica, commerciale e sportiva della Benelli all’origine della sua attività motociclistica: eppure, negli anni Cinquanta, quando la 175 torna prepotentemente alla ribalta, dopo i fasti degli anni Trenta, la Benelli è anche una delle ultime grandi Case ad occuparsene.
Per rivedere una Benelli 175 bisogna aspettare il Salone di Milano del ’57. Quello esposto è solo un prototipo, visto che la presentazione ufficiale del ‘no-dello definitivo avviene solo il 2 luglio del ’58, sempre a Milano, e per la sua commercializzazione si deve aspettare ancora qualche mese.
Non è esagerato affermare che nei primi anni Trenta dire 175 significa dire Benelli, quasi fossero due sinonimi, anche in virtù dei tanti successi sportivi di Tonino Benelli in questa cilindrata. È proprio con la 175 che la Benelli utilizza per la prima volta il comando della distribuzione a cascata d’ingranaggi, che tanto controbuisce alla fama della Casa pesarese.
Nei primi anni Cinquanta, invece, quando in Italia la 175 diventa la nuova cilindrata di riferimento, la Benelli sembra stare alla finestra. Una sorta d’immobilismo che, forse, trova una spiegazione nel successo che accompagna la Leoncino 125, una moto capace d’affermarsi sia dal punto di vista commerciale che in quello sportivo.
Anche se le gare di durata, che tanto hanno contribuito all’affermazione della classe 175, sono ormai solo un ricordo e le attenzioni agonistiche della Benelli sono rivolte alle moto da gran premio e non alle 175, nella gamma dei modelli di quest’ultima cilindrata non può mancare la versione Sport. Una moto che non ha nessuna pretesa corsaiola, ma che vuole offrire prestazioni più brillanti e un’impostazione di guida più grintosa. Nasce così la 175 Sport, che affianca ma non sostituisce la prima versione, che diventa la 175 Normale o Turismo. La Sport non è molto diversa rispetto alla Turismo, se non fosse per la marmitta che si sdoppia in due silenziatori sovrapposti. Più ancora che il diverso colore del serbatoio e dei parafanghi, è proprio il doppio silenziatore l’elemento caratterizzante di questa nuova versione. Le modifiche, però, non si fermano allo scarico. Anche visivamente si può apprezzare l’impiego di un diverso carburatore, che è sempre un Dell’Orto ma con diffusore da 22 mm e con l’aspirazione libera, visto che al posto del filtro a paglietta metallica c’è un lungo cornetto. Almeno esteticamente il motore non presenta altre differenze, che invece si riscontrano nelle prestazioni dichiarate.
Il rapporto di compressione passa a 8:1 e la potenza massima cresce sino a raggiungere il valore di 12 CV a 8000 giri/min. L’aumento della potenza si concretizza in un incremento delle prestazioni, con la velocità massima che arriva a 120 km/h. Cresce anche il consumo, seppur di poco, visto che con un litro si percorrono pur sempre 40 km invece dei 44 della Turismo.
Nel telaio l’intervento più evidente riguarda un rinforzo nella zona posteriore con il prolungamento fino al portatarga dei tubi che sorreggono la sella formando l’ancoraggio superiore dei gruppi molla-ammortizzatore. E una modifica che non comporta variazioni produttive al telaio originale, visto che il prolungamento è imbullonato all’estremità dei due tubi sotto la sella. La standardizzazione produttiva la si riscontra anche nel-le ruote. con l’impiego di cerchi e freni uguali per i due modelli. L’impostazione di guida viene resa più consona a l’impiego sportivo con l’adozione di un manubrio in due pezzi, che è più basso rispetto a quello in pezzo unico della Normale.
































