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Immatricolazione: 1957 (Anni 50)
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Cilindrata: 100 cc
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Motore: 4 tempi
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Potenza: 6 CV
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Cambio: 4 marce
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Proprietà: Enrico
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Un motoscooter “vestito”.

Parilla Slughi 99 cc, un acronimo che significa levriero del deserto per un miniscooter presentato dalla Parilla al Salone di Milano del 1957, e successivamente prodotto dal 1957 al 1964.

Quel levriero era una razza canina originaria del Sud Africa un animale molto snello e altrettanto veloce.

Venne commercializzato anche negi Stati Uniti con un nome diverso: Ramjet.

La Parilla, una ex casa motociclistica che aveva la sua sede a Milano, fondata nel 1946, da Giovanni Parilla, precedentemente titolare di una officina specializzata nelle riparazioni di motori diesel, sempre a Milano.
Ma la cosa che va assolutamente sottolineata e’ che il Parilla Slughi 99 fosse il primo motociclo italiano, di serie, con un telaio a carrozza portante in lamiera.

Il motore era un 98 cc un monocilindrico con distribuzione ad aste e bilancieri e valvole parallele, il cilindro era in ghisa e la potenza di sei cavalli a 7200 giri, con un levriero come simbolo sul serbatoio.
Va precisato che, successivamente, venne presentata anche una versione con motore a due tempi da 125 cc.

Il progettista Cesare Bossaglia, specializzato sui motori da corsa, arriva in Parilla verso la meta’ degli anni 50, dopo aver gia’ maturata una certa esperienza sui motori, tanto da farlo ben conoscere nell’ambiente e iniziare subito a lavorare sui motori che la Parilla impiegava per le moto da corsa, facendogli subito raggiungere livelli e risultati mai nemmeno intravisti prima del suo arrivo.
Con la Parilla, Rottigni vinse il Giro d’Italia e la Daytona negli USA e Brambilla vinse il Campionato Italiano.

Furono proprio questi stimolanti successi, ottenuti subito, appena Bossaglia aveva cominciato a mettere le sue sapienti mani ed idee sulle sue moto, che convinsero il Parilla a partecipare al Campionato Mondiale.

Partirono “ispirandosi” ad un motore MZ, pressoche’ sconosciuto ai tempi, ma sul quale nutrivano molte speranze, considerandolo un motore a due tempi adattissimo da far modificare a quel valente tecnico, specializzato proprio su quel tipo di motori.

Un motore a valvola rotante il primo in assoluto mai costruito prima nel mondo occidentale, in grado di girare a 12.000, impensabili per quei tempi.
Un motore molto avanti rispetto a quelli della concorrenza tanto da portarli a produrne uno molto simile al loro primo progetto e usarlo per motorizzare i loro go kart.
Su uno di quei go kart corse un mito assoluto, Ayrton Senna Da Silva.

Articolo di Motociclismo d’Epoca, numero 6 – Giugno 2001

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