Di quantità più che di qualità
La Moto Guzzi V35 è una motocicletta prodotta in Italia dalla Moto Guzzi dal 1978 al 1992.
Allora alla guida del gruppo c’era l’industriale italo-argentino Alejandro De Tomaso. Proprio nel periodo di crisi della moto italiana, e nel nascente successo delle moto giapponesi, la Moto Guzzi V50 era una moto di quantità più che di qualità. Nonostante tutto ottenne buone vendite, e, visto che la cilindrata di 500 cm³ era penalizzata dai residui delle tassazioni del periodo dell’Austerity, fu deciso di ricavarne una versione de-tassabile ed inoltre anche adatta ai neo-patentati. Infatti, oltre alla proverbiale qualità del rispolverato disegno, ma di nuova progettazione del bicilindrico a V da 90° Guzzi di Lino Tonti, il telaio fu costruito in modo da poterne ricavare più versioni, suscitando così interesse da parte dei giovani, ma anche del resto, verso la quasi totale spersonalizzazione del veicolo.
La V35 non fu esente dalle derivazioni nel campo. Ricordiamo che in quegli anni era disponibile una Moto Guzzi di 850 cm³ targata Le Mans, proprio a ricordare la vittoriosa trasferta dell’azienda italiana nella pista francese. Quest’ultima fu creata rispolverando la grande e celeberrima galleria del vento di Mandello del Lario, vanto della casa, affinando le tecniche aerodinamiche, allora pressoché sconosciute ed inutilizzate in campo motociclistico. Con la stessa filosofia fu creata la versione Imola (più tardi ribattezzata Imola II a partire dalla seconda serie) sempre a ricordare una famosa pista. La prima era in tutto e per tutto una moto sportiva, non eccessiva, che ricordava le linee della 850 LeMans III sempre su telaio V35 normale. Con l’entrata in produzione della V65 la casa, partendo dallo stesso telaio della “nuova” serie V35/V65, aggiunse serbatoio, puntale e semi-carena tutti volti a migliorare la aerodinamicità della moto, oltre ad un peso più contenuto. Meccanicamente il motore subì grosse variazioni alle teste ed alla distribuzione, le prime ora non più piatte e con 4 valvole per cilindro che si rivelarono però piuttosto delicate. Questo determinò un certo incremento di potenza. Fu prodotta dal 1979 al 1987. Storia simile ha la V40 Capri, versione d’esportazione per il Giappone, derivazione in tutto e per tutto (come tra l’altro lo era stato la V35 normale per la V50 prima, e la V65 poi) della Imola II. Unica variazione, per contrastare il mercato nipponico che non certo lacunava in quel campo, il motore di 400 cm³ appunto.



